Le relazioni evolutive ti rivoltano come un calzino. Eccomi, Federica al contrario, mi sento storta e sbagliata, mi affaccio a parti di me che mi disgustano, riappare l’echo della relazione con mio padre, regredisco a piccola e mi vedo, provo a distruggere il bello e a distorcere la realtà, poi mi vergogno, mi vorrei eliminare, tagliare fuori, uso strategie vecchie come cantine per non affrontare la paura che ho dell’amore.
Mi arrendo.
Nella resa sono la mia paura.
Il mostro che non voglio vedere sono io.
Un io che non è reale.
Un io che è una ferita, uno squarcio, un buco.
Guardami.
Sono l’amore malato che hai imparato.
Non mi volere male.
Ho bisogno del tuo bene.
Ho bisogno della tua luce.
Ho bisogno della tua coscienza.
Sono l’attaccamento al dolore, al dramma, alla fatica.
Quel gusto per l’autodistruzione che hai imparato da tua madre.
Hai fatto tanta strada ma io riemergo.
Riemergo perché l’amore è un portale di guarigione.
Qui posso.
Qui mi sento al sicuro.
Sono un trauma che si libera di se stesso.
Amami.
Tutto ciò che puoi fare è amarmi.
Dimmi che vado bene così.
Traumatizzata.
Dimmi che è naturale.
Che è un passaggio.
Dimmi che ti fidi.
Che se mi spezzo non mi abbandoni.
Che se non ce la faccio avrai pazienza.
Che posso lasciarmi andare fragile e vulnerabile nelle braccia dell’amore.
È arrivato per questo.
Io e la mia paura nelle braccia dell’amore stiamo facendo la pace.

🌹Che sia pace in ogni nostra relazione🌹
Fede

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